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5 aprile 2012

L'espressionismo tedesco - Paolo Chiarini




L’espressionismo tedesco
di Paolo Chiarini
Silvy Edizioni, 2011

Nel problematico scenario di inizio Novecento, che in Germania, accanto alla rigida nobiltà feudale degli Junker, vede affermarsi una nuova classe di ricchi, generata dalla rapida espansione capitalistica, l’intellettuale soffre lo spaesamento all’interno di una collettività sganciata dal potere e dalle sue manifeste chiusure culturali. Prima ancora che le contraddizioni esplodano sull’accidentato terreno del confronto storico, l’espressionismo leva un grido di denuncia della malattia, dando voce in maniera seppure scomposta e spesso patetica allo scandalo che trasversalmente investe la società.
Bizzarra proteiforme creatura l’espressionismo, al centro del quale, spazzata da venti contrari, si dibatte la crisi della soggettività; corpo scisso in preda a una demartiniana crisi della presenza, innescata dal senso angosciante di perdita del mondo da parte dell’uomo. L’universo polare espressionista si trova continuamente esposto al rischio di soccombere alle forze delle opposte cariche che lo attraversano. Fermo restando il suo carattere intrinsecamente votato alla lacerazione, la critica ha il compito di rilevarne le dicotomie senza esasperarle, allontanando così il rischio di azzerare quelle molteplici sfumature e zone comunicanti, entro le quali si sovrappongono e trovano alimento proprio le opposizioni all’apparenza più inconciliabili e clamorose. La Stimmung sfuggente dell’espressionismo richiede quindi un’attenzione del tutto particolare che sia in grado di cogliere queste sue ‘attitudini liminali’ sempre sul punto di negare se stesse, qualora si intenda dare di un tale frastagliato arcipelago una rappresentazione il più possibile unitaria. Il richiamo cosciente a una siffatta metodologia di indagine significa, del resto, far battere l’accento sulla irrisolvibile conflittualità tra forma e sostanza, tra riproduzione oggettiva della realtà e immagine interiore, già rilevata dall’arte decadente, e in buona parte confluita nella nuova poetica.
Il denso excursus di fonti collazionate e scelte da Paolo Chiarini per il lettore italiano forma un suggestivo quadro d’insieme, permettendo anche ai non addetti ai lavori di recuperare, attraverso una sintesi piana ed efficace, la complessa trama di un fenomeno d’arti e di pensiero che ha gettato un influsso potente quanto profondo sulle nostre attuali espressioni creative.
Un saggio offerto in elegante veste editoriale dall’attenta casa editrice Silvy, il quale non solo ci invita a entrare in una composita galleria di personaggi, luoghi e temi correlati alla «nebulosa epocale» espressionista ma affronta a viso aperto le molte problematiche ancora irrisolte sul doppio fronte degli studi e, per conseguenza, delle strategie interpretative da elaborare in materia. Questa lettura si pone, dunque, come tessera centrale nel dibattito contemporaneo sull’avanguardia tedesca, schiudendo tuttavia anche un orizzonte più ampio che dalla Germania sposta i confini del processo di messa a fuoco delle diverse ‘rivolte’ artistiche, caratterizzanti il ‘900, all’intera Europa. Dalla trattazione, che condensa l’esperienza di una vita, spesa con passione dall’autore lungo i sentieri della germanistica, si evince l’esortazione a coltivare un simile sguardo inclusivo sulle cose, fatta salva, quale elemento anzi ineludibile, l’analisi storica puntuale e, per così dire, territoriale dei singoli rivi che hanno contribuito ad agitare le acque stagnanti della cultura ufficiale del secolo scorso. 
Claudia Ciardi, marzo 2012

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