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16 giugno 2013

Ro-Ro-Ro

Ro-Ro-Ro
Rowohlt-Rotations-Roman


Ernst Rowohlt è una pietra miliare nell’editoria tedesca. Fra gli scrittori da lui pubblicati si contano Franz Blei, Alfons Goldschmidt, Heinrich Eduard Jacob, Kurt Pinthus, Alfred Polgar, Robert Musil, conosciuto a Berlino nel ’20, del quale dieci anni dopo inizierà a dare alle stampe L’uomo senza qualità, Hans Fallada, massimo autore del cosiddetto neorealismo weimariano, di cui nel ’32 pubblicherà E adesso pover’uomo? Ma vanno anche ricordati i romanzi di Balzac, Fiesta di Hemingway, e altri americani come Thomas Wolfe e Sinclair Lewis. 
Rowohlt è inoltre l’ideatore, insieme al figlio Heinrich, di quei giornali venduti a un prezzo più che popolare (50 pfennig) sui quali si pubblicavano i grandi classici della letteratura che nella Germania distrutta del dopoguerra (’46) permettevano alle persone di continuare a coltivare il piacere della lettura. Il progetto ci insegna che pure in momenti economicamente difficili è importante salvaguardare la circolazione della cultura. Una bella lezione, di straordinaria attualità, visti i nostri tempi. 
Recentemente le Edizioni Clichy di Firenze hanno riproposto questa idea, stampando su fogli di giornale celebri opere di narrativa al prezzo di 1 euro. Questa versione italiana dei Ro-Ro-Ro (Rowohlt-Rotations-Roman, romanzo Rowohlt stampato in rotativa) è la migliore risposta a chi vive gli investimenti a sostegno della cultura e delle iniziative legate alla sua diffusione come un peso e uno spreco di risorse. Una società colta sarà una società meglio attrezzata ad affrontare i problemi e a mettere in campo gli strumenti necessari per uscire dalle difficoltà.

Ulteriori informazioni nel sito delle Edizioni Clichy


Originally, RO-RO-RO stood for ‘Rowohlt Rotations Romane’: large-format novels printed on cheap newspaper stock and sold at no more than 50 pfennig apiece. In June 1950 their format shrank, as did the letters in the logo: Rowohlt published the first paperback novels on the German market. They were affordable – mainly because they would contain full-page ads for petrol, cars, perfume or cigarettes – and for many, rororos became the first books they could afford to buy with their pocket money. And yet they weren’t just pulp fiction. The first four rororos were by first-class writers of international renown: Hans Fallada, Graham Greene, Rudyard Kipling and Kurt Tucholsky. Rororo told the young Germany of the post-war generation good stories, but it also taught them something about the world.

In 2008, the year of Rowohlt’s hundredth birthday, the rororo paperback ethos still sums up the ideals and ambitions that the publishing house believes in. As Thomas Überhoff, Rowohlt’s fiction editor-in-chief, puts it: ‘We all believe that our books have something to say – they have an aufklärerischer Gestus – but that doesn’t mean they shouldn’t be fun to read. For us, there’s no necessary contradiction between intellect and entertainment, not even between schlock and avant garde.’

ROWOHLT CELEBRATES 100 YEARS (Abstract)
A Profile by Philip Oltermann (2008)


Rowohlts Rotationsromane



Um der steigenden Nachfrage nach billigen Büchern in Deutschland nach dem 2. Weltkrieg und der Währungsreform von 1948 nachzukommen, entwickelte Ernst Rowohlt zusammen mit seinem Stiefsohn Heinrich Maria Ledig-Rowohlt die sog. "Rowohlts-Rotations-Romane". Ihr Ziel war es, möglichst viel Text auf möglichst wenig Papier für möglichst wenig Geld zu verkaufen. So wurden die großen Romane der Weltliteratur im Rotationsverfahren (beim Zeitungsdruck angewandtes Rolldruckverfahren) auf stark holzhaltigem Papier gedruckt und als ungebundene und ungeheftete Hefte in Zeitungsformat zu 50 Pfennig das Stück verkauft. Auf diesen Heften wurden in den 50er-Jahren die ersten Taschenbücher des Rowohlt Verlags, die sich noch heute unter dem Namen ro-ro-ro einer großen Beliebtheit erfreuen.

Rororo war die erste Taschenbuch-Reihe in Deutschland. Im Juni 1950 erschien im Rowohlt Verlag mit Hans Falladas «Kleiner Mann - was nun?» der Starttitel in ein neues Buchzeitalter. Heinrich Maria Ledig-Rowohlt hatte die Idee preisgünstiger Paperbacks aus Amerika mitgebracht und revolutionierte damit den deutschen Buchmarkt. Nach einem Jahr waren bereits mehr als eine Million rororo Taschenbücher gedruckt. Werke, die noch heute zur Weltliteratur zählen, schmückten von Beginn an das Programm: Graham Greene, Albert Camus, Rudyard Kipling, Kurt Tucholsky, Ernest Hemingway - um nur einige der berühmtesten und erfolgreichsten Autoren der ersten Stunde zu nennen.

Seither sind rund 16 000 rororo Bände erschienen, in einer Gesamtauflage von nahezu 600 Millionen Exemplaren. Die erfolgreichsten Bücher waren Friedrich Dürrenmatts «Der Richter und sein Henker» und Wolfgang Borcherts «Draußen vor der Tür», beide mit Auflagen von mehr als zweieinhalb Millionen Exemplaren. Allein zwölf Literaturnobelpreisträger finden sich in der Geschichte von rororo. 

Aber auch Sachbücher prägten und prägen das Gesicht des Rowohlt Taschenbuch Verlags. 1955 wurde mit rowohlts deutscher enzyklopädie unter dem Motto «Das Wissen des 20. Jahrhunderts» die erste Sachbuch-Reihe gegründet, 1958 die berühmten monographien, auch heute noch ebenso populär wie nützlich. 1961 erschien der von Martin Walser herausgegebene erste Band der aktuell-Reihe, die seither mit über 700 Publikationen das politische Zeitgeschen kritisch begleitete.

Um die programmatische Vielfalt und das expandierende Titelvolumen übersichtlich zu gestalten, kam es immer wieder zu Neugründungen von Reihen. Ob Belletristik, Sachbuch oder Ratgeber - die Geschichte von rororo ist auch die Geschichte ständiger Programminnovationen. Zuletzt kam 1998 das Wunderlich Taschenbuch hinzu mit rund sechzig Unterhaltungstiteln jährlich. 

Zu allen Neuerscheinungen im Rowohlt Taschenbuchverlag

Rowohlt Taschenbuch Verlag 
Hamburger Straße 17
21465 Reinbek

See also:

Die Rotationsromane des Rowohlt-Verlags






Auch Kurt Tucholsky gehörte zu den Rowohlt-Autoren. Er starb 1935 in der Emigration
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Ringrazio Radio Città futura nelle persone di Alberto Gaffi, Fabrizio Patriarca e Gabriele Sabatini per aver dedicato questa mattina uno spazio della trasmissione Carta Vetrata al volumetto di Robert Musil, Narra un soldato, edito da Via del Vento edizioni.

Abstract

«L’immaginario musiliano ruota attorno all’impero austro-ungarico votato alla fine. Risente della problematica coesistenza dei diversi popoli che articolano il concetto di Mitteleuropa, un mosaico complesso, segnato da convivenze difficili. Nella vita di Musil, come dei suoi contemporanei, l’evento della guerra rappresenta un punto di rottura, una lacerazione e uno sradicamento dei quali si fa fatica a parlare.
La guerra segna la disgregazione dell’impero austro-ungarico e orienta profondamente la poetica musiliana che registra il trauma e quindi il crollo epocale del mondo di cui è figlia. Dopo il primo conflitto mondiale l’Europa acquista la sconvolgente consapevolezza della mutilazione che si è autoinflitta. Nelle coscienze restano solo dei frammenti, dei lacerti che sono come ciò che affiora del sartiame di una nave dopo il naufragio.
La forma del frammento diviene anche una metafora narrativa della dissoluzione, del dramma che l’ha causata e del recupero di ciò che è stato disperso. È l’affannosa ricerca di un senso che gli eventi hanno rovinosamente distrutto, polverizzato.
Si spiega allora l’attenzione dedicata dallo stesso Musil alla figura di Osiride. Ma si spiega pure come questa immagine riaffiori nei poeti anglosassoni, il corpo lacerato di Osiride è uno dei simulacri che ispirano il viaggio poundiano, e si può dire che alimenta, nascostamente ma neppure tanto, anche l’epica del The Waste Land.  
Pare, dunque, che il mito di Osiride presieda a una elaborazione sincronica del lutto collettivo generato dalla guerra». 

(di Claudia Ciardi)
See also:

Carta Vetrata  (in diretta da Roma)

Su Walter Benjamin e Robert Musil - I dilemmi della traduzione - Claudia Ciardi e Paolo Zignani, «Quaderni corsari», 3 giugno 2013

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