Pagine

7 ottobre 2017

Ernst Ludwig Kirchner - Rinascita sui monti



E. L. Kirchner, Davos in estate, 1925


Ultimi giorni per poter visitare la mostra “Kirchner a Davos” presso i raffinati locali della Fondazione Hermann Geiger di Cecina (Livorno). Un’interessante esposizione volta ad approfondire il periodo svizzero del celebre artista tedesco, Ernst Ludwig Kirchner (Aschaffenburg in Baviera, 1880 – Davos, 1938), fondatore della Brücke, tassello essenziale dell’espressionismo, organizzata grazie al sostegno del Kirchner Museum di Davos.
Architetto di formazione a Dresda, poi frequentatore per un semestre della classe di pittura a Monaco di Baviera (1903-1904), Kirchner volle da subito inseguire il proprio sogno di artista libero e fuori dagli schemi. La prima guerra mondiale determinò una brusca interruzione alle sue aspettative e anche alla pulsante idea di bellezza e riscatto con cui aveva guardato la vita fino ad allora. Partito volontario per il fronte, nel settembre 1915 venne mandato in congedo temporaneo per malattia mentale, quindi ricoverato nel sanatorio di Königstein im Taunus con una diagnosi di alcolismo e assuefazione a sonniferi e morfina. Dal gennaio 1917 ebbe inizio il suo soggiorno a Davos. Pensando di restarvi solo il tempo necessario per recuperare la propria condizione psico-fisica, così fortemente compromessa dai traumi subiti al fronte, vi si trattenne per un ventennio, inaugurando una fase alquanto diversa ma non meno feconda nella propria ricerca artistica. Il critico olandese Herman Poort definì non a caso la presenza di Kirchner sulle Alpi svizzere «il miracolo della rinascita», tanto la vicinanza al paesaggio di montagna e i ritmi della vita contadina in valle giovarono alla riconciliazione del pittore con se stesso e il mondo. Fu un equilibrio fragilissimo che tuttavia gli permise di esprimere il suo talento ancora a lungo, nonostante non potesse lasciarsi completamente alle spalle le difficoltà e, nell’ultimo scorcio della sua esistenza, i foschi rovesci della madrepatria.
Nell’idillio di Davos, stazione turistica tra le più ambite negli anni Venti del Novecento, scelta da Thomas Mann per ambientarvi il suo capolavoro La montagna incantata, dove peraltro non vengono lesinate critiche alle consuetudini del sanatorio, tra cime statuarie e avveniristiche costruzioni firmate dall’architetto Rudolf Gaberel, innamorato degli spazi inondati dalla luce diurna, Kirchner si aggirava come una presenza sui generis, registrando tutto ma anche mettendo tutto in discussione, come aveva sempre fatto fin dai tempi della vita in metropoli.
Le tele e le xilografie esposte in questa preziosa rassegna toscana sono percorse da un simile contrasto che però non sfocia in dissonanze né smarrisce in nessun momento la chiarezza della propria formula narrativa. Da una parte l’atmosfera frivola e consumistica del turismo invernale, dall’altra il silenzio delle valli col le cuspidi alpine eternamente veglianti sul tempo e lo spazio. Anche quando Kirchner procede a una resa se vogliamo più quotidiana e consueta dei luoghi – il paese, la strada di valle, la passeggiata dei villeggianti – non viene meno il riferimento al primitivismo di natura verso cui così tanto si era sentito trascinato negli anni spesi nel Cantone dei Grigioni; il Tinzenhorn, ad esempio, è sempre là in fondo, ammiccante, onirico, fatato. Anche in una tela di orientalismo spiazzante e quasi astratto come la Scena del balcone (1935).
Per l’importanza dei pezzi esposti e la cura mostrata nella loro presentazione, questo evento si candida a essere uno dei migliori su Kirchner organizzati a livello nazionale.


(Di Claudia Ciardi) 



   
 E. L. Kirchner, Balkonszene, 1935



La mostra:


Aperto tutti i giorni fino al 15 ottobre
dalle 16:00 alle 20:00

Ingresso libero

Nessun commento:

Posta un commento