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27 gennaio 2013

Literarisches Berlin


La voce della Berlino letteraria nel raffinato progetto editoriale della Jena 1800
Literarische Stadtpläne
Literarische Führungen auf Hiddensee
in Jena/Weimar und Ahrenshoop


Wassily Kandinsky - Composizione in bianco

From the book:
«La Berlino letteraria è un campo di studi piuttosto sterminato, e diviene tanto più sterminato, quanto più ci se ne occupa. Dall’epoca dei ‘lumi’ Berlino è un centro di vita letteraria in Germania, una città legata all’editoria e al commercio librario, che attrae autori. Un Lessico di Berlino apparso nel 1806 registra 250 scrittori di ogni ambito, tra cui 36 “bellettristi” e 6 autrici, e anche 23 stampatori, 34 librerie e 4 antiquari. Centonovanta anni dopo un lessico a cura dell’Accademia delle Arti (Berlino. Un luogo per scrivere, 1996) menziona in totale 347 scrittrici e scrittori viventi. Il più vasto inventario compilato finora sulla storia letteraria berlinese e la sua topografia, Guida letteraria di Berlino (1998) del mio amico Fred Oberhauser, tiene conto di oltre 700 scrittori (la maggior parte defunti).
Si voleva dunque dare un’immagine ‘esaustiva’ della vita letteraria nel passato e nel presente, a questo punto ci sarebbero senz’altro da approfondire le biografie e le opere di circa mille autori.
Quanto alla rappresentazione cartografica, sarebbe da tener conto di una molteplicità di luoghi di lavoro, svago, abitazione: si pensi che uno scrittore come Fontane nell’arco di 55 anni ha abitato all’incirca una dozzina di case, delle quali soltanto una è ancora conservata, per non parlare delle innumerevoli ambientazioni letterarie dei suoi romanzi, che si potevano raffigurare sulla carta – un’ ‘ampia materia’.»
Das literarische Berlin ist ein ziemlich unüberschaubares Feld, und es wird um so unüberschaubarer, je lager man sich damit befaßt. Seit der Zeit der Aufklärung ist Berlin ein Zentrum des literarischen Lebens in Deutschland, eine Verlags- und Buchhandelstadt, die Autoren anlockt. Ein 1806 erschienenes Lexicon von Berlin verzeichnet bereits 250 Schriftsteller aller Sachgebiete, darunter 36 “Belletristen” und 6 Autorinnen, sowie 23 Buchdrucker, 34 Buchhandlungen und 4 Antiquare. 190 Jahre spatter nennt ein von der Akademie der Künste herausgegebenes Lexikon (Berlin – ein Ort zum Schreiben, 1996) insgesamt 347 lebende belletristische Autorinnen und Autoren. Die bisher umfangreichste Bestandaufnahme zur Berliner Literaturgeschichte und ihrer Topographie, der Literarische Führer Berlin (1998) meines Freundes Fred Oberhauser, berücksichtigt über 700 (meinst abgeschiedene) Schriftsteller. Wollte man also ein umfassendes Bild des literarischen Lebens in Vergangenheit und Gegenwart geben, täte man gut daran, sich gründlich mit den Biographien und den Werken von vielleicht 1000 Autoren vertraut zu machen. Bei der kartographischen Darstellung ware ein Vielfaches an Arbeits-, Vergnügungs-, und Wohnstätten zu berücksichtigen: So hat ein Autor wie Fontane in 55 Jahren rund ein Dutzend Häuser bewohnt, von denen nur noch eines erhalten ist, ganz zu schweigen von den zahllosen literarischen Schauplätzen seiner Romane, die sich im Stadtgrundriß darstellen ließen – ein weites Feld.  

Storia della ‘Pharus’

«Pharus-Pläne esiste dal 1902. Il nome richiama alla memoria una delle sette meraviglie del mondo, il faro di Alessandria, sull’isola di Pharos, che ai marinai indicava la rotta verso il porto sicuro. Il fondatore Cornelius Loewe fece progettare l’emblema dal grafico e designer Ludwig Sütterlin.
Come il faro mostrava la meta ai marinai, così le mappe ‘Pharus’ si prefiggono di scortare con sicurezza il visitatore o l’abitante di una città al suo luogo di destinazione. Abbiamo mantenuto queste idee, insieme a molto amore per il dettaglio, fino a oggi. Già all’Esposizione urbanistica tedesca di Dresda la giovane casa editrice ottenne la medaglia d’argento per le sue «carte eseguite tecnicamente in modo eccellente con appropriate innovazioni funzionali a una chiara consultazione e a un rapido sguardo d’insieme». Anche il Kaiser e la regina inglese lodarono le carte con parole fiorite.
La casa editrice si sviluppò velocemente e nel 1910 prese parte all’Esposizione mondiale di Bruxelles, dove ricevette la medaglia di bronzo. La Pharus in Germania aveva già una quota del 20 % nella produzione delle mappe cittadine. Vi erano filiali a Parigi e Londra. Molte metropoli europee vennero cartografate dalla Pharus. Il catalogo comprendeva più di mille città. C’erano mappe del Cairo, del canale di Panama ma sono apparse anche carte dei cibi e del cinema. Le edizioni vennero cantate nei Lieder e l’immagine della Pharus-Plan divenne sinonimo in generale delle mappe cittadine.
Negli anni Venti Pharus ascese al rango di più grande editrice europea delle piante urbane. Mantenne questa posizione fino al 1945. Ancora nel 1954 uscivano mappe di città, nel momento in cui era l’ultima editrice privata della DDR, finché non ottenne più alcuna distribuzione della carta e la produzione dovette cessare.
Nello stesso anno Pharus trasferì la propria sede da Prenzlauer Berg, Berlino-est, nel settore ovest, a Charlottenburg. L’attività della casa editrice restò sospesa fino al 1972. In primo luogo uscirono negli anni Ottanta nuove tirature di carte e nel 1991 le prime mappe aggiornate. Da allora furono pubblicate con continuità piante di città, guide per il tempo libero e per le gite sull’acqua. Il baricentro si trova qui, a Berlino e nel Brandeburgo».
(Rolf Bernstegel)
Zur Geschichte der Pharus-Pläne

Pharus-Pläne gibt es seit 1902. Der Name erinnert an eines der sieben Weltwunder, den Leuchtturm vor Alexandria, auf der Insel Pharos, der den Seefahren ihren Weg in den sicheren Hafen wies. Das Emblem ließ der Firmengründer Cornelius Loewe von dem Grafiker und Schriftschöpfer Ludwig Sütterlin entwerfen. Ähnlich wie der Leuchtturm den Seefahren das Ziel vor Augen führte, sollen Pharus-Pläne den Gast oder den Bewohner einer Stadt sicher an seinen Bestimmungsort geleiten. Diesen Gedanken haben wir mit viel Liebe zum Detail bis heute beibehalten.
Bereits 1903 zur Deutschen Städte-Ausstellung in Dresden erhielt der junge Verlag für seine “technisch vorzüglich ausgeführten Pläne mit zweckmäßigen, der klaren Anschaung und raschen Übersicht dienenden Neuerungen”, die Silbermedaille. Auch der deutsche Kaiser und der englische König lobten die Pläne in blumigen Worten.
Der Verlag entwickelte sich schnell und nahm 1910 an der Weltausstellung in Brüssel teil, woe r die Bronzemedaille erhielt. In Deutschland hatte Pharus bereits einen Anteil von 20% an der Stadtplanproduktion. Es gab Niederlassungen in Paris und London. Viele europäische Metropolen wurden von Pharus kartographiert. Das Sortiment umfasste mehr als 1000 Städte. Es gab Pläne von Kairo, vom Panama-Kanal, aber auch Gerichts- und Kino-pläne sind erschienen. Der Verlag wurde in Liedern besungen und der Begriff Pharus-Plan wurde zum Synonym für Stadtpläne überhaupt.
In den 20er Jahren war Pharus zum größten europäischen Stadtplanverlag aufgestiegen.
Diese Position hielt er bis 1945. Noch 1954 erschienen beim damals letzten privaten Verlag in der DDR weiterhin Stadtpläne, bis er keine Papierzuteilung mehr erhielt und die Produktion einstellen mußte. Im gleichen Jahr verlegte Pharus seinen Sitz vom Prenzlauer Berg im Ostsektor Berlins in den Westen, nach Charlottenburg. Die Verlagstätigkeit ruhte bis 1972. Erst in den 80er Jahern erschienen Neuauflagen von alten Karten und 1991 die ersten aktuellen Karten. Seither warden fortlaufend Stadtpläne, Freizeitpläne und Wasserwanderpläne hergestellt. Der Schwerpunkt liegt hier bei Berlin und Brandenburg.





Der Dichter und Denker Stadtplan

Literarisches Berlin
Autor: Michael Bienert
Idee und Konzept: Ute Fritsch
Jena 1800 Verlag - Literarische Spaziergänge

ISBN 978-3931911
12,80

Die offizielle Webseite

* Pharus-Plan

Otto-Suhr-Allee 114
10585 Berlin


Si veda anche:
Progetto Europa. La metropoli come volontà e rappresentazione.
(di/ von Claudia Ciardi)

From the book

Quasi impossibile non avvertire una differenza tonale tra la Berlino bucolica e un po’ sorniona vissuta da Theodor Fontane, e la ‘fabbrica vorticante’ con il sogno del moto perpetuo attaccato alle caviglie, che di lì a poco avrebbe aperto i battenti in città, accendendo l’immaginazione artistica di quanti fatalmente ne sarebbero stati attratti.
Eppure l’ombra della metropoli, questa bizzarra figura del mito, questo meccanismo primitivo ad alto voltaggio, già s’insinua nelle maglie lievissime della scrittura di Fontane e in certe sue ironie stralunate e soffuse, lui di antenati ugonotti, berlinese di adozione, che ha dedicato ritratti commossi alla capitale prussiana, timida e piccola allora, ma col cuore pieno di palpiti per un destino di grandezza disegnato sulla pelle.
L’abito che l’arte di Fontane le cuce addosso ha le tinte selvatiche e crepuscolari degli amati laghi della marca esaltati in limpide cartoline letterarie, un paesaggio che Walter Benjamin, rendendo un tributo radiofonico al grande narratore, annunciava «fresco come una tovaglia appena uscita di bucato». Su questa quinta si scorgono come in filigrana sentieri e movenze, che lentamente convergono verso l’identità della nuova Berlino di ‘pietra’ e ‘parole’. Proprio da qui infatti comincia a prendere forma un limes entro il quale attecchirà un grande fermento culturale che significherà profonda rottura contro le asfissianti chiusure del polveroso ordinamento guglielmino; da qui muoveranno i loro passi memorabili flâneurs come Franz Hessel e Arthur Eloesser, Ludwig Meidner e Jakob van Hoddis, che attorno all’arte di camminare per Berlino inaugureranno e metteranno a fuoco buona parte del loro percorso creativo. Così scriveva Hans Flesch-Brunningen, esponente dell’espressionismo austriaco: «Correva l’anno 1913. Bisognava sapere quello che Berlino significava per noi, allora, a Vienna. Semplicemente tutto. Berlino era per noi maledetta, corrotta, metropolitana, politica, pittorica (la città per i pittori); insomma, gorgo infernale e paradiso insieme. Passeggiavo con uno dei miei amici oltre la collina della Gloriette dietro Vienna. Era notte. Verso nord il cielo era incandescente. “Lì è Berlino -, dissi. – Si dovrebbe andare a Berlino”, dissi».


Pubblicato su Ua 3p
Università aperta - terza pagina
anno XXIII
gennaio 2013 n.1
ISSN 1720-3643

Aldo Frosini - I bianchi
In ricordo di Aldo

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