Inauguriamo un nuovo spazio dedicato ai margini, intesi in senso fisico come periferie, luoghi di attriti o assenze, spesso descritti come privi di fisionomia e, dunque, mancanti di identità. L’inquietudine del non luogo, in crescita peraltro nell’uomo contemporaneo, migrante e apolide, intride fatalmente le poetiche individuali e collettive. Tuttavia è proprio nei margini che si sviluppa da sempre la più commovente allegoria dell’esistenza.
Le nostre vogliono quindi essere riflessioni marginali, timidi fiori di quella creatività sbocciata nelle crepe e nelle brecce che si aprono sul confine, proprio perché crediamo che attraverso le opere e le personalità frutto di crisi e scissioni si colga la più autentica cifra della cultura del nostro tempo in grado di traghettarci altrove.
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