Guglie del Latemar dal Lago di Carezza
La
guida delle Dolomiti a cura di Dino Dibona, ampezzano innamorato della sua
terra oltre che attivista per la tutela dell’ambiente montano, è una lettura a cui non può rinunciare chi voglia avvicinarsi alla geografia e alla cultura del
Trentino. Il volume dedica diversi capitoli ai singoli ecosistemi di valle, un
insieme di monografie che passano in rassegna luoghi, usi, tradizioni,
personaggi illustri, leggende. Le parti dedicate ai racconti e alle
testimonianze letterarie ladine proiettano il libro in una dimensione non
meramente didascalica ma confidenziale, un tono narrativo che rende l’autore
prossimo a chi legge, quasi fosse un ospite gentile preoccupato di far sentire
a proprio agio i suoi visitatori.
E
proprio nelle descrizioni di antichi rimedi a base di erbe o nella passione con
cui ci introduce all’opera di trentini illustri, pittori, scultori, studiosi
che si sono fatti conoscere per il loro talento, spesso dedicandosi alla
realizzazione e compilazione di opere importanti note ben al di là dei confini
regionali, emerge il carattere di questo scrittore, ecologista e alpinista
gentile, che tanto impegno ha profuso nella stesura dei suoi lavori.
Scorrono
sotto i nostri occhi le avventure dei primi uomini che migliaia di anni fa
sfidarono le cime assediate dall’ultima glaciazione, la vicenda dei Reti, il
popolo stanziale discendente dai Celti, i cui resti linguistici si
coglierebbero ancora seppur lontanamente nel ladino, la conquista romana, e poi
quella longobarda, con il graduale inserimento del cristianesimo a discapito
dei culti pagani. Di tali rovesci i racconti contadini sono un’acuta
testimonianza, dal momento che spesso vi si narrano gli amori impossibili e
tragici di uomini che incontrano salvarie e anguane, creature dei boschi,
spiriti magici temuti o disprezzati dalle comunità.
Prendono
dunque forma in queste pagine i profili ora bonari ora paurosi di dracones alpini appostati sulle rive di
laghi o nel profondo di grotte segrete, che per passare inosservati si muovono
di notte “lasciando una scia luminosa, accompagnati da tuoni e forti raffiche
di vento”. Storie toccanti come quella della ciasarina de Cuca, leggenda della Val Gardena su una malgara
prigioniera di una baita stregata, che molto ci dice riguardo certi incanti
della vita in cui capita d’imbattersi, senza che si ripetano. Cenni al
folclore locale, rappresentato da feste e ricorrenze, come ad esempio il
carnevale di Canazei con il celebre corteo delle faceres da bel e le faceres
da strions. E poi ancora descrizioni di fiori, alberi, animali dei quali si
racconta l’aspetto e il carattere, al pari di personaggi in carne e ossa. Dettaglio non
da poco, il testo è corredato da numerose incisioni ottocentesche, alcune
particolarmente suggestive, dedicate ai principali gruppi delle Dolomiti o agli
abiti tradizionali dei valligiani.
Dino
se n’è andato, dopo una breve malattia, alla fine del 2014. Una perdita di cui
ho saputo per caso, dopo aver letto questo suo libro, mentre cercavo ulteriori
notizie su di lui. È stato così che ho trovato un ricordo del Gruppo italiano scrittori di
montagna, dove peraltro si lamentava una mancanza d’attenzione per l’uomo che
tanto si è speso nel divulgare i saperi e le consuetudini del vivere in quota. E questo, son
sincera, mi è dispiaciuto perché in primo luogo una persona bisognerebbe fosse
coccolata e apprezzata fra i suoi, i quali dovrebbero anche occuparsi di renderle
il giusto merito se, come nel caso di Dibona, si è fatta particolarmente
valere.
Leggere
queste pagine e parlarne è il mio personale omaggio a una figura di cui secondo
me la nostra società soffre una discreta carenza. Un intellettuale che non
smarrisce il legame con la natura ma lo innalza semmai a cardine del suo
operare, traendovi interamente le ragioni della proprio impegno e le risorse
per una creatività genuina, in quanto radicata nella storia e nel quotidiano di
un territorio.
(Di Claudia Ciardi)
Disegno di un’anguana attribuito a Tiziano
Dino
Dibona,
Guida
insolita ai misteri, ai segreti, alle leggende e alle curiosità delle Dolomiti,
Newton
Compton editori, 2000 Scorcio del Latemar da Moena (mio scatto)
Related links:
I libri di Dino Dibona pubblicati da Newton Compton
Il ricordo del Gruppo Italiano degli scrittori di montagna
Sosta d'autunno
Un bellissimo articolo, toccante come il più bel tramonto visto fra le montagne.Grazie.
RispondiEliminaSono davvero onorata dal suo commento che ho potuto visualizzare soltanto adesso. Il ritardo con cui la leggo mi rincresce non poco. Ad ogni modo, grazie di cuore e complimenti per le sue foto, capaci di restituire intatta tutta la bellezza delle montagne. Con i migliori auguri di buona Pasqua. Claudia C.
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