Proseguendo
sulla via tracciata dai “Taccuini giapponesi”. Rughe, tagli, contrasti che
affiorano dal monte, avvicinato, ingrandito, scomposto nelle sue articolazioni. Fossili e frammenti come tessere di un mosaico che virano nell’astratto e, allo
stesso tempo, pezzo per pezzo rivelano caratteri del paesaggio, perfino della sua
personalità, sfuggenti a uno sguardo d’insieme, viziato dalla fretta e dalla
distanza, non solo fisica ma anche intesa nella sua essenza psicologica di
instabilità che decentra e allontana.
Dai
miei diari (30 ottobre 2018): In una tregua del maltempo. Per un attimo il sole
ha bucato la coltre di nubi che nascondeva il profilo delle cime. Il vento ha
dissolto la foschia e così ho visto. Davanti a me si è aperto il crinale di
sud-est. Scarnita, saccheggiata dall’incendio, in quell’istante ho sentito
dentro di me il dolore e la desolazione della montagna. Quella schiena brulla e
offesa tremava.
Le Alpi Apuane dall'argine di San Sisto (maggio 2018).
Uno schizzo dove il segno intende evocare, darsi a un minimalismo che lucidamente vuol narrare per vuoti, omissioni, rinuncia al dettaglio. Una via delle possibilità del reale che, eludendo, include dimensioni che non si sono percorse.
Le Alpi da Prali (giugno 2018)
Lembi di montagne II (2018) - Da uno studio sulle Alpi in Valle Stura
Lembi di montagne III (2015) - Lido di Camaiore (Sagoma del Gabberi, dettaglio)
Le Apuane da Viareggio - Un dettaglio (20 giugno 2017)
Lembi di Capraia - Arrivo sull'isola di sera e Corsica sullo sfondo (25 agosto 2017)
Lembi di Capraia II (25 agosto 2017)
Astratto con luce I (31 ottobre 2018)
Vista di Caprona e Monti Pisani sullo sfondo (16 aprile 2016) - Modello per la serie degli "Astratti"
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