Anna Achmatova, È flebile la mia voce e altre poesie
a cura di Paolo Galvagni
Via del Vento edizioni, aprile 2012
Descrizione/ About:
Una selezione di poesie della poetessa russa Anna Achmatova, curata da Paolo Galvagni per Via del Vento edizioni
Plaquette di 36 pagine. Volume numero 46, pubblicato nella collana «Acquamarina»
ISBN 978-88-6226-061-9
4,00 €
Un assaggio/ Vorgeschmack/ Sample:
La statua di Carskoe Seló
Ormai le foglie d’acero
scendono sullo stagno dei cigni,
e sono insanguinati i cespugli
del sorbo che matura senza premura.
Accecante e snella,
strette le gambe che non temono il gelo,
lei su un masso del nord
siede e guarda le strade.
Ho percepito un confuso terrore
davanti a questa celebrata fanciulla.
Giocavano sulle sue spalle
i raggi di luce morente.
E come potevo perdonarle
l’entusiasmo della tua lode innamorata…
Guarda, è lieta di intristirsi,
così elegantemente nuda.
1916
Sulla dura cresta di un tumulo di neve
Sulla dura cresta di un tumulo di neve
vaghiamo in un soave silenzio,
entrambi così sereni,
verso la tua segreta casa bianca.
E più dolce di tutti i canti intonati
è per me questo sogno avverato,
il dondolio dei rami toccati
e il suono lieve dei tuoi speroni.
gennaio 1917
La morte del poeta
ci ha lasciato l’interlocutore delle selve.
Si è tramutato nella spiga che dà la vita
o nella sottilissima pioggia, da lui cantata.
E tutti i fiori, che esistono al mondo,
sono sbocciati incontro a questa morte.
Ma è subito calato il silenzio sul pianeta
che porta un nome modesto…Terra.
1957
Quella notte impazzimmo l’uno dell’altra
Quella notte impazzimmo l’uno dell’altra,
riluceva a noi solo l’oscurità lugubre,
i canali borbottavano parole loro,
e i garofani sapevano d’Asia.
Attraversavamo una città estranea,
in un canto fumoso e nell’afa di mezzanotte,–
soli sotto la costellazione del Serpente,
senza osare guardarci l’un l’altra.
Poteva essere Istanbul o perfino Bagdad,
ma, ahimè, non Varsavia, non Leningrado,
e questa differenza triste opprimeva,
come un che di orfanezza.
E sembrava: accanto i secoli vagare,
una mano invisibile un tamburo percuotere,
i suoni, come segni segreti,
davanti a noi nel buio volteggiare.
Eravamo nella misteriosa caligine,
quasi andassimo su una terra di nessuno,
ma, come feluca di diamante, d’un tratto
la luna si erse sull’incontro-commiato…
E se quella notte tornerà a te,
nel tuo destino a me incomprensibile,
sappi: qualcuno ha sognato
quel sacro momento.
Quasi in un album
Sentirai il tuono e mi rammenterai,
penserai: desiderava la bufera…
Sarà una striscia di cielo rosso scarlatto,
e il cuore sarà come allora – in fiamme.
Questo avverrà nel giorno moscovita
in cui abbandonerò per sempre la città,
e correrò verso il riparo desiderato,
lasciando la mia ombra ancora tra di voi.
1961-1963
Anna Achmatova
Aleksandr Blok, Mi vestirai d'argento e altre poesie, traduzione e cura di Margherita De Michiel, Via del Vento edizioni, dicembre 2002, Acquamarina, 18
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