13 giugno 2015

Lou Andreas Salomé - Una notte

Studiare la figura di Lou e avvicinarne l’opera con il lavoro di traduzione mi ha consentito di entrare in un mondo affascinante dove si respirano l’incontro e l’estrema sintesi culturale tra oriente e occidente, tema a me molto caro. La Russia, essendo lei di origini pietroburghesi, e poi ancora la Persia (Iran), attraverso il marito, Friedrich Carl Andreas, bussano alle porte della sua patria creativa, i cui mezzi d’espressione sono la lingua e la letteratura tedesca. E tedeschi sono pure la maggioranza dei suoi sodalizi, legati ai più diversi campi del sapere, dalla politica alla medicina, fino alla conoscenza, per certi versi rivelatrice, di Sigmund Freud.
Quanto all’orientalismo, in Germania si afferma a partire da Bismarck che divenne promotore di un progetto per l’invio in Medio Oriente di rappresentanti diplomatici e militari. Affinché questo personale potesse ricevere un’adeguata preparazione, nel 1887 fu fondato a Berlino l’Istituto per le Lingue orientali. Carl Andreas ricevette il posto di professore di persiano e di turco. Era tuttavia uno studioso puro e mal si adattava alle politiche accademiche, in linea con le direttive di utilità e profitto tracciate dal governo.
Questo provocò una rottura che ebbe conseguenze non irrilevanti sul piano della sua carriera e, ancor più, del proprio sostentamento economico. La vicenda si risolse nel 1903, anno della sua riabilitazione, quando fu chiamato a ricoprire la cattedra di lingue asiatiche all’università di Gottinga.
Politica dunque, e solo in minima parte attrattiva culturale o, come fu per diversi artisti dell’epoca, moda, allusione senza coinvolgimento, esotismo estetico. Ma pure in tal caso con qualche eccezione: si pensi al polimorfismo orientaleggiante che pervade i libri della Lasker-Schüler
Lou Andreas Salomé scrisse molto, anche per bisogno come ebbe a ripetere in diverse circostanze. Assai più capace nella saggistica, le sue opere narrative non mancarono del favore di critica e lettori. La generosità degli amici che orbitavano intorno al variegato panorama editoriale tedesco, la aiutò a procurarle non solo una certa fama ma anche quei mezzi che le furono utilissimi per poter viaggiare pressoché ininterrottamente, coltivando i tanti scambi con intellettuali e artisti, vitali allo sviluppo della sua personalità.
Il giovane scrittore che legge queste cose prova un certo disagio a raffrontarle alla propria esperienza. Ne ho parlato qualche tempo fa, forse proprio sull’onda di un simile intrecciarsi, sotto i miei occhi, di non poche situazioni la cui costante era proprio la solidarietà tra studiosi. Come sarebbe possibile e pensabile oggi dalle proprie collaborazioni – almeno in Italia, ma l’aria che ho respirato fuori non mi è parsa animata da maggiore slancio – rimediare anche solo il premio, per non dire il compenso materiale, utile a spostarsi, a fare un viaggio, a raggiungere qualcuno che sia in grado a sua volta di farci sviluppare nuovi sodalizi, di insegnarci qualcosa? Mi pare abbastanza arduo. E ciò spiega anche lo scarso entusiasmo che si respira, fin troppo spesso, tra gli addetti ai lavori. Ma soprattutto, al di là delle condizioni materiali – necessarie – che in passato permettevano il realizzarsi di questi incontri, non c’era la fatica del crearsi di un rapporto, non si girava attorno alle cose, non ci si perdeva in congetture sulla convenienza di avere o meno davanti una persona: chi meritava di essere coinvolto in una discussione non veniva escluso, ma cercato e fatto arrivare dove lo si riteneva utile. A costo di disaccordi, contrasti e perfino scissioni – emblematico proprio il caso della scuola freudiana – era comunque importante stare insieme, coltivare i contatti con una certa assiduità, stimolarsi. A me pare che proprio questa sia stata la grande forza, anche e soprattutto creativa, insita nell’esaltante ventennio culturale che va dalla fine dell’Ottocento all’inizio del Novecento.

(Di Claudia Ciardi)



Lou Andreas Salomé, Una notte,
a cura di Claudia Ciardi,
traduzione di Claudia Ciardi e Katharina Majer,
Via del Vento edizioni, giugno 2015
ISBN 978-88-6226-079-4
Euro 4,00

Scheda del libro/ Book snippet

Collection/ Collana «I quaderni di Via del Vento»


Di Lou Andreas Salomé, amica e compagna di numerosi intellettuali, quali Nietzsche, Rilke, Freud, moglie del noto orientalista Carl Andreas, studiosa eclettica e grande viaggiatrice, fra le pioniere della psicoterapia, queste edizioni presentano un racconto inedito in Italia. 


From the book:
«Dapprima ci pensa con ostinata amarezza, con disperato struggimento, si mette a girarci intorno, sente di essere proprio infelice, poi prova terrore e cerca inutilmente di staccarsi da lui. Crede ancora di sentire il discorso di poc’anzi ma stavolta non è solo la sua ragione a seguire le parole – l’intera atmosfera della morte scivola sopra di lei e l’afferra.
È come se fosse stata scaraventata fuori da un giardino di rose sul bordo nudo di uno strapiombo dove s’infrange il mare. Ma non è sola, piuttosto sono con lei tutte le persone – l’essere umano essenzialmente – ogni singolo essere che vive, ama e muore. Si sente legata nel pieno dell’affanno alla grande totale sofferenza di tutto l’esistere, la sua esigua, isolata pena d’amore svanisce e s’inabissa. Ora non avrebbe potuto baciare e neppure dormire. Siede, le mani intrecciate attorno alle ginocchia, e con turbati occhi aperti fissa la notte. 
Nella lampada langue il lucignolo. Si alza lentamente e lo estingue. Il cielo sopra l’ospedale inizia a tingersi lievemente di rosso. Passano bianche caliginose nubi mattutine. Dalle chiome dei castagni che si levano come una nera massa compatta si ode il basso verso assonnato di un uccello. Qua e là una finestra illuminata degli edifici laterali getta il suo bagliore nello scuro groviglio delle foglie, e un ramo carico di fiori risalta».


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