14 agosto 2017

«Movasi la Capraia»


Capraia, acquerello di Rossella Faleni

A visitare quest’isola la veemenza dell’invettiva dantesca (Inf. XXXIII, 82-84) è l’ultima cosa cui viene da pensare, se non entro quel nozionismo scolastico tendente a riaffacciarsi quando un nome o una data, spesso per i più imprevedibili motivi, risvegliano il monotono ricordo di aule e lezioni. Daltra parte quanto abbia trovato posto nella Commedia si è pure ritagliato una vista privilegiata nella memoria collettiva e non è un caso che l’evocazione di luoghi ritenuti impervi e lontani contribuisca a rafforzare immagini di assoluta spettacolarità (in scia all’adynaton dell’epica greca e virgiliana); si pensi al parallelo tra la Pietrapana (“pietra apuana” con riferimento alla Pania della Croce sulle Apuane) e il glaciale impenetrabile spessore del Cocito (Inf. XXXII, 28-30).

L’origine vulcanica e l’aspetto per così dire selvaggio di Capraia – un abitato bellissimo ma di dimensioni alquanto anguste, poche cale accessibili al turismo, un territorio preservato in tutte le sue peculiarità naturalistiche – ne fanno un’isola di aperti contrasti e perciò anche di assoluta poesia. Questa sua gentilezza selvatica la si scorge ancor più di sera, quando il sole è ormai tramontato e un alone luminoso indugia a lungo sulle cime, addolcendone i profili. È un’isola che ti prende senza parlarti apertamente, si fa amare così, nei suoi silenzi, nelle sue ruvidità, nel modo timido ma ossessivo di seminare la propria attrazione per richiamarti a sé.   

«E i resti sparsi a centinaia
vecchi santuari, un coccio di vissuto
lasciato qui prima che scompaia
beato sia chi l’isola ha cresciuto
chi s’è bagnato il corpo nel suo mare
in questa terra che come un imbuto
solo le belle cose ha fatto entrare».

Dal poema in terzine dantesche di Silvano Panichi, Capraia in canto
Acquerelli di Rossella Faleni, Nuova editoriale Florence Press, 2017
*Ringraziamenti allEnte parco Isola di Capraia - Via Carlo Alberto, 42 - per avermi fatto dono di questa pubblicazione. Presso questa sede sono liberamente consultabili alcuni miei titoli editi da Via del Vento.  

(Di Claudia Ciardi)





  
Capraia secondo le litografie di Vivant Denon
(grazie a Daniele Regis per la segnalazione)



Il portale della Chiesa di Santa Maria Assunta - Capraia Porto



Da Sant'Antonio - nella parte abbandonata e cadente del complesso monumentale



Una vecchia fontana



Una nicchia votiva improvvisata con materiali di fortuna



L'abitato di Capraia



Timidi e sognanti alberini su una una sella - guardando verso l'Arpagna



Vecchie porte nel settore più antico del paese



Affacciandosi su una cala


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