Capraia, acquerello di Rossella Faleni
A
visitare quest’isola la veemenza dell’invettiva dantesca (Inf. XXXIII, 82-84) è l’ultima cosa cui viene da pensare, se non entro quel nozionismo scolastico tendente a riaffacciarsi quando un nome o
una data, spesso per i più imprevedibili motivi, risvegliano il monotono ricordo
di aule e lezioni. D’altra parte quanto abbia trovato posto nella Commedia si è pure ritagliato una vista
privilegiata nella memoria collettiva e non è un caso che l’evocazione di
luoghi ritenuti impervi e lontani contribuisca a rafforzare immagini di
assoluta spettacolarità (in scia all’adynaton
dell’epica greca e virgiliana); si pensi al parallelo tra la Pietrapana
(“pietra apuana” con riferimento alla Pania della Croce sulle Apuane) e il
glaciale impenetrabile spessore del Cocito (Inf. XXXII, 28-30).
L’origine
vulcanica e l’aspetto per così dire selvaggio di Capraia – un abitato
bellissimo ma di dimensioni alquanto anguste, poche cale accessibili al
turismo, un territorio preservato in tutte le sue peculiarità naturalistiche – ne
fanno un’isola di aperti contrasti e perciò anche di assoluta poesia. Questa
sua gentilezza selvatica la si scorge ancor più di sera, quando il sole
è ormai tramontato e un alone luminoso indugia a lungo sulle cime, addolcendone
i profili. È un’isola che ti prende senza parlarti apertamente, si fa amare
così, nei suoi silenzi, nelle sue ruvidità, nel modo timido ma ossessivo di
seminare la propria attrazione per richiamarti a sé.
«E i resti sparsi a
centinaia
vecchi santuari, un coccio
di vissuto
lasciato qui prima che
scompaia
beato sia chi l’isola ha
cresciuto
chi s’è bagnato il corpo
nel suo mare
in questa terra che come
un imbuto
solo le belle cose ha
fatto entrare».
Dal poema in terzine
dantesche di Silvano Panichi, Capraia in
canto
Acquerelli di Rossella
Faleni, Nuova editoriale Florence Press, 2017
*Ringraziamenti all’Ente parco Isola di Capraia - Via Carlo Alberto, 42 - per avermi fatto dono di questa pubblicazione. Presso questa sede sono liberamente consultabili alcuni miei titoli editi da Via del Vento.
(Di Claudia Ciardi)
(Di Claudia Ciardi)
Capraia secondo le litografie di Vivant Denon
(grazie a Daniele Regis per la segnalazione)
Il portale della Chiesa di Santa Maria Assunta - Capraia Porto
Da Sant'Antonio - nella parte abbandonata e cadente del complesso monumentale
Una vecchia fontana
Una nicchia votiva improvvisata con materiali di fortuna
L'abitato di Capraia
Timidi e sognanti alberini su una una sella - guardando verso l'Arpagna
Vecchie porte nel settore più antico del paese
Affacciandosi su una cala
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