Miracolo
zen di una raccolta poetica nata nelle silenti rugosità della Sardegna.
L’isola, il ventre immaginifico, la madre ancestrale eletta da Roberto Concu, nuorese
classe 1965, a centro di gravità permanente della sua ricerca in versi. Lode alla natura trasfusa in poesia, la
paziente quotidiana osservazione delle cose semplici come strada maestra del
vivere e base alla propria crescita sentimentale. Perché la via del tao e lo zen
insegnano la sincronia, il lento fluire di sé nel mondo, la capacità di
armonizzare corpo e respiro con tutto quello che ci sta intorno. «Nel
mio percorso di vita ho incontrato prima la meditazione trascendentale poi lo
zen. Non ho avuto bisogno di andare in Giappone per scoprire questa via di
ricerca interiore perché il silenzio è talmente affine alla terra in cui vivo,
alle mie esperienze e al mio modo di essere. Non dico del silenzio quale
assenza di rumore, al contrario. La via dello zen riporta mani e piedi, mente e
cuore dentro la realtà di ogni giorno per cercare di viverla pienamente per ciò
che è. Non a caso in esergo a questa raccolta di poesie ho riportato i versi di
Dogen Zenji, uno dei maestri zen più rilevanti anche per la cultura nipponica. Lo
zen aiuta a togliere gli orpelli, ciò che aggiungiamo alla realtà per vedere le
cose così come sono. Un ritorno all’essenzialità proprio come la poesia.
Infatti, molti maestri zen hanno scelto la poesia come forma espressiva». Con
queste parole il poeta si rivela al lettore, quasi a voler prendere su di sé l’eredità di un antico, un filosofo
presocratico, l’autore di un Περί Φύσεως che affinando il proprio pensiero davanti
ai fenomeni naturali cerca di abbracciare il sacro e la terra.
L’opera
a cui Rita Bompadre ci introduce ha come tema elettivo il ciclo vitale del
gelso (nome botanico “morus”), pianta che dopo aver conosciuto secoli addietro
momenti trionfali nella propria coltivazione in virtù dell’allevamento del baco
da seta, pare oggi decaduta senza rimedio, relegata tra i cosiddetti “frutti
minori.” Concu tende alle ombre e alle voci dei suoi rami, al moto delle
foglie, all’irradiarsi della luce sulle nervature della corteccia, e attraverso
il canto di queste presenze fuggevoli annoda le sue delicate trame georgiche.
(Di Claudia Ciardi)
Fedeltà
del gelso di Roberto Concu (AnimaMundi Edizioni, 2020) è una
raccolta poetica gentile, una risposta saggia alla vita, nella costante
corrispondenza alla fiducia e all’origine delle parole, il bagaglio
sentimentale trasportato dalle stagioni e da ogni benevola esperienza. I versi
ricompongono nello spazio metafisico i richiami profondi ed istintivi della
terra, nella fantastica distrazione che è l’eredità di un incanto e il
premuroso legame con la realtà, l’eterna sospensione che dilata la nobile
consistenza del tempo ed occupa l’educata e naturale familiarità ai luoghi e
alle persone, con l’immediatezza dei sentimenti e la spontanea armonia con la
natura. Il poeta intrattiene miracolose sensazioni, assolute ed improvvise
circostanze poetiche che ispirano la trasposizione simbolica del gelso,
osservato in tutti i suoi mutamenti e trasferisce le similitudini originarie
arricchendo significati alla vita. Roberto Concu si descrive fedelmente
nell’accoglienza riservata ai suoi versi, teneri, candidi e immaginifici, dove
gli accadimenti umani si identificano con la sorprendente e determinante
urgenza della vita, nell’impeto entusiastico di creare un componimento poetico
dell’anima che trae la sua forza dalle suggestioni dei pensieri e delle
immagini. Il libro intreccia l’autentica manifestazione della verità poetica,
il sentimento delle cose, il senso di stupore e meraviglia nei toni semplici e
rapidi dello spirito libero, un intimismo espressivo e crepuscolare, l’attimo
presente oltre le stagioni che aprono l’anno naturale, i luoghi del cuore
esposti allo scorrere inesorabile del tempo, in una cortina di ombre e luce, di
gioia e di tristezza. Una letteraria e nostalgica bellezza degli spazi, il
compimento di un’alleanza emotiva, il valore estetico dell’illuminazione che
non consuma e non inganna la memoria di ogni vissuto. L’autore assapora la
grazia degli incantesimi e la naturale abitudine della realtà quotidiana, rifugiandosi negli interni del silenzio, ritrovando
la confidenza diffusa delle atmosfere e dedicando il tempo ai sogni,
proteggendoli e coltivandoli al di là dell’indifferenza dei tempi. Spirito
romantico, nel caldo e ammantato colore della speranza, lo spirito poetico
giunge ad una meta riservata, privata, lontana dai clamori del mondo, adagiando
l’atemporaneità dei valori affettivi, proiettando nel cuore di un destino che
pulsa e batte gli attimi della vita, scandita dal torpore e dalla compiacente
indolenza assopita di chi sa vivere altrove, altre vie, altri destini.
L’energia espressiva ed ospitale delle parole accompagna la delicatezza
dell’appartenenza, con la generosità della contemplazione per i frutti che la
poesia dona, cinge il legame con l’evocazione dei sentimenti, stringendo
l’alleanza con la bellezza di ogni destinazione umana.
(Di
Rita Bompadre – Centro di Lettura “Arturo Piatti”)
* Testi scelti da Rita Bompadre
Mattino.
Nella sacralità del silenzio
odo
il canto
della
figlia del giardiniere
un’onda
di mistero
mi
commuove.
O dolce, ridente Saffo
----------------------------------
Nuovo
gennaio.
Spoglio
il gelso –
monaco
fedele al voto –
la
verità oltre la parola
esige
il medesimo linguaggio
spoglio
Foglie
parole
ammucchiate
agli
angoli del cortile
Come
transita in fretta
la
luce nell’ombra
---------------------------------
Parola
è il volto
presenza
che si auto-nega
sino
a non mostrarsi più
e
spingerci
laddove
il dolore
è
conoscenza
la
voce un passo
tra
possibile e impossibile
Mostrare
il volto
le
cose
il
loro –
osceno
---------------------------
L’inizio
della pioggia
accorda
il giorno
con
la pelle tesa delle foglie
Rifuggono
i merli e i
passeri
venuti a beccare
le
briciole sul balcone
Matura
la luce
allo
stesso ritmo secolare
della
pioggia
tutto
è pace e desiderio
prima
che il mondo si risvegli
------------------------------------
Un
nuovo alfabeto
oltre
l’egoismo
l’oscuramento
la
corruzione –
Aleph
e Ghimel –
fedeltà
e primavera
una
nuova voce
con
cui
manomettere
il
nome d’ogni cosa
riconoscere
la
sacralità del silenzio
davanti
al muro del Mistero
Da
Roberto Concu, Fedeltà del gelso, AnimaMundi Edizioni, 2020
Nessun commento:
Posta un commento