Basta
vederlo in foto, con le sue espressioni comiche e scanzonate, per sentirsi
subito vicini alla sua bella e ricca personalità. Shigeru Mizuki (1922-2015) è
stato uno dei maggiori mankaga, artista disegnatore di fumetti – ma è una
definizione ben riduttiva – nonché membro della società di antropologia
culturale giapponese. Personaggio assai noto in patria (e all’estero per le
tante edizioni tradotte dei suoi lavori), la sua vita è stata oggetto di una fiction
e nella città che gli ha dato i natali, Sakaiminato, oltre a una via che ospita
un’esposizione permanente di statue in bronzo riproducenti i suoi personaggi, si
è anche istituito in suo nome un centro studi internazionale.
Dal
grande alveo dell’ukiyo-e, tra i tanti rivoli che hanno tenuto a
battesimo i moderni filoni dell’arte nipponica dell’incisione, si annoverano
maestri raffinatissimi che proprio nella graphic novel hanno trovato un terreno
elettivo per la loro creatività. Anzi, hanno fatto del libro a
fumetti un genere a se stante, del tutto peculiare, un genere aperto e mutevole
che spazia dal racconto illustrato all’illustrazione pura; quando ero liceale,
periodo di iniziazione a queste letture, mi capitò un manga sulle quattro
stagioni “fotografate” a Tokyo – una narrazione intensa e minimalista di sole
tavole dedicate a botteghe, cortili, angoli di città risparmiati dalla frenesia
– le uniche parole erano per l’appunto i nomi delle stagioni. Mi viene poi da
citare la Divina Commedia di Go Nagai come esemplare di un altro versante glorioso
e mirifico che si volge ai capolavori occidentali innestandovi spunti narrativi
propri.
Nel caso di quest’opera di Shigeru Mizuki ci
troviamo di fronte a un volumetto enciclopedico, una vasta e scrupolosa guida
mitologica all’universo demonico giapponese, una guida visuale tra le più
originali ed esaustive, a detta degli esperti in materia. E davvero, sfogliandola,
non si può che restare affascinati dalla quantità di creature che ci sfilano
sotto gli occhi: fantasmi, animali spettrali, apparizioni in forme diverse,
bizzarre, terrificanti, innocue o incorniciate da una malinconica poesia. Sono per lo più personaggi legati a contesti rurali e di montagna; e lo si può comprendere facilmente: la nebbia alle pendici dei monti dà luogo a strane fantasie, sembra una presenza viva. Streghe montanare, che ricordano talora le masche piemontesi, megere dispettose, esseri che si manifestano di notte, tra le sepolture, in parata insieme ad altri demoni (come per Halloween), e creature dalle fogge estravaganti, in cui si ravvisano apparentamenti con i mostri del mondo greco – come non cogliere affinità con la Gorgone nella Amanozako, Yokai assurto alla dignità letteraria nel teatro Edo. Per me che ho scritto una tesi sulle Erinni e che su questi immaginari ho meditato nei pressi della Muda dantesca, dove non causalmente ritengo stessero i libri su certi argomenti – predestinazione dei luoghi! – è un piacere che si rinnova percorrere simili narrative.
Nel presente lavoro di Mizuki affiorano
qua e là tracce di altre importanti opere di compilazione, a testimonianza che
quello che sembra un testo divertente, figlio di un’arte considerata leggera,
di intrattenimento, ha in sé tutta la meticolosità dell’esercizio filologico, l’attenzione per le teorie del
folclore, la dedizione per lo studio di un patrimonio culturale denso e stratificato. Qui fa capolino per esempio il Supplemento ai cento demoni del presente e del passato di Sekien Toriyama che forse ha ispirato anche i Cento racconti di fantasmi di Hokusai. Dunque
in un contenitore versatile vocato a rivisitare tradizioni locali o estranee attraverso
formule e sguardi irrituali, si scorge una matrice nei propri padri classici tutt’altro che sfuocata, che attinge anzi con precisione ai “modelli alti” della trattatistica e
manualistica più antica.
Un
tascabile – poco più spesso di un tascabile – da leggere in treno, in bus o
metro. Pagine che sembrano perfette anche per intrattenere i bambini,
depositarie come sono di ogni immaginazione. Quest’anno
ricorre il centenario della nascita dell’illustratore e ci fa piacere
contribuire al suo omaggio ricordandolo in una galleria di contenuti e disegni così variegata e coinvolgente.
(Di Claudia Ciardi)
* In copertina: Chokeshin - La metamorfosi della farfalla [Yokai con sembianze di animali]
Edizione consultata:
Shigeru Mizuki, Guida agli Yokai giapponesi, Kappalab, 2022
Hokusai, Il fantasma di Oiwa [Oiwasan], 1831
xilografia policroma
Scheda e illustrazione tratte da Hokusai, presentazione di Théodore Duret, Skira [collana Skira Masters], 2016
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