Visualizzazione post con etichetta Caprona. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Caprona. Mostra tutti i post

4 marzo 2019

La danza delle montagne


Quando mi capita di leggere su una carta o in uno scritto i nomi di località e borgate dei monti di casa, scandendo quelle sillabe mentalmente e recitandole in silenzio quasi fossero una strofa imparata a memoria, non posso fare a meno di pensare ai loro rimandi letterari. Nomi come Vicopisano, Le Mandrie, Piticco, Romitorio, Novaia, Campo dei Lupi, Noce, strada dei cipressi e podere Purgatorio, Lugnano, zone Cocomero e Batillo, Caprona, Castelmaggiore, Tre Colli comportano indiscutibilmente un’evocazione poetica. Scendendo nella golena dell’Arno, all’altezza di San Sisto e poi ancora verso Badia vecchia, cattedrale primitiva scagliata come nudo sasso tra l’argine e i campi, s’incontra un paesaggio dimenticato, simile a certi sogni che vorrebbero indicarci qualcosa ma svaniscono prima di essersi rivelati del tutto. E la sera, quei rintocchi lontani che si alzano lungo i sentieri, frugando nella chioma dei cipressi che da cento o più anni fanno la guardia alle sepolture, quei suoni che visitano le poche case di abitati dai nomi strani, perfino più strani dei paesi sul monte (Piastroni, Montione, Pettori, Zambra), la voce lenta che viene da quelle pietre così capaci di un’armonia antica e dolce e piena di premura recano intatta a chi lo conosce l’immagine del luogo e a chi non lo conosce una visione tanto intensa da fargli pensare di esservi già stato.

I miei scatti, le mie camminate si lasciano orientare dalle Alpi Apuane che abbracciano la piana pisana nelle aree golenali. A destra i Monti Pisani, arrotondati e coperti di un verde cupo, quasi blu, che contende la scena all’azzurro violaceo delle Alpi. Quel verde che in primavera diviene luminoso, a tratti perfino squillante, quando i castagni mettono le foglie nuove. Qui l’intera corona dei monti sembra toccarsi, un nastro di cime e sontuose scale cromatiche che si snoda per tutte le campagne fino in Versilia. Qui il mio sguardo posa e riposa e tutto dentro me entra in risonanza.

(Di Claudia Ciardi)


*In queste fragili testimonianze affidate ai miei appunti, ai segni di qualche matita il pensiero va alla montagna ferita nel disastroso incendio di settembre e, purtroppo, in un altrettanto sciagurato rogo invernale appiccato accidentalmente da un vecchio contadino che si è messo a bruciare sterpaglie in un pomeriggio di vento molto forte. Fa male a guardarla la montagna, così, orfana del suo bosco, spogliata oltre ogni limite, se limite c'è al dolo e all'incuria.



La danza delle montagne (I) - Lapis e tutta mina - febbraio 2019



La danza delle montagne (II) - febbraio 2019

  

La Pania innevata dalla golena dell'Arno - Uno schizzo - febbraio 2019



La Pania innevata dalla golena dell'Arno - Lapis e sanguigne - febbraio 2019



La Pania innevata dalla golena dell'Arno - febbraio 2019



Le Alpi Apuane da Carrara - 19 febbraio 2019



La golena - Apuane e Monti Pisani - luglio 2018



Le Alpi Apuane dalla golena - luglio 2018



Le Alpi Apuane da Carrara - 19 febbraio 2019


*Foto di Claudia Ciardi ©

4 novembre 2018

Lembi di montagne


Proseguendo sulla via tracciata dai “Taccuini giapponesi”. Rughe, tagli, contrasti che affiorano dal monte, avvicinato, ingrandito, scomposto nelle sue articolazioni. Fossili e frammenti come tessere di un mosaico che virano nell’astratto e, allo stesso tempo, pezzo per pezzo rivelano caratteri del paesaggio, perfino della sua personalità, sfuggenti a uno sguardo d’insieme, viziato dalla fretta e dalla distanza, non solo fisica ma anche intesa nella sua essenza psicologica di instabilità che decentra e allontana.

Dai miei diari (30 ottobre 2018): In una tregua del maltempo. Per un attimo il sole ha bucato la coltre di nubi che nascondeva il profilo delle cime. Il vento ha dissolto la foschia e così ho visto. Davanti a me si è aperto il crinale di sud-est. Scarnita, saccheggiata dall’incendio, in quell’istante ho sentito dentro di me il dolore e la desolazione della montagna. Quella schiena brulla e offesa tremava.



Le Alpi Apuane dall'argine di San Sisto (maggio 2018). 
Uno schizzo dove il segno intende evocare, darsi a un minimalismo che lucidamente vuol narrare per vuoti, omissioni, rinuncia al dettaglio. Una via delle possibilità del reale che, eludendo, include dimensioni che non si sono percorse.



Le Alpi da Prali (giugno 2018)



Lembi di montagne II (2018) - Da uno studio sulle Alpi in Valle Stura




Lembi di montagne III (2015) - Lido di Camaiore (Sagoma del Gabberi, dettaglio)



Le Apuane da Viareggio - Un dettaglio (20 giugno 2017)



Lembi di Capraia - Arrivo sull'isola di sera e Corsica sullo sfondo (25 agosto 2017)



Lembi di Capraia II (25 agosto 2017)



Astratto con luce I (31 ottobre 2018)



Vista di Caprona e Monti Pisani sullo sfondo (16 aprile 2016) - Modello per la serie degli "Astratti"


Powered By Blogger

Claudia Ciardi autrice (LinkedIn)

Claudia Ciardi autrice (Tumblr)

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...