Insieme
a Walt Whitman e Nathaniel Hawthorne viene annoverato tra i grandi del
cosiddetto rinascimento americano, portavoce di un’armonia di natura cui è chiamato
l’individuo che vuole compiutamente realizzare la propria emancipazione
culturale, contribuendo così al progresso della società in cui vive. Henry
David Thoreau è filosofo, scrittore e insegnante, ma soprattutto uomo capace di
“ordinari” gesti di ribellione, a riprova che ognuno, se vuole, può essere
rivoluzionario anche e soprattutto nel suo agire quotidiano. Le sue due opere
fondamentali, Walden o vita nei boschi e Disobbedienza civile, che ancora non
smettono di incantare e porre interrogativi sulle odierne derive del progresso,
nascono da un nobile rifiuto del mondo che, lungi da ogni sterile celebrazione
dell’individualismo, è una sorta di via aurea per problematizzare la capacità
di ciascuno di opporsi all’ingiustizia e a quanto, nelle decisioni pubbliche,
non lo rappresenta. Dunque, si tratta di una riflessione profonda
sull’inadeguatezza della nostra democrazia, ancora ferma a una fase non
affinata. Già ai tempi della sua scrittura, circa metà dell’Ottocento, Thoreau sentiva
che il voto non è una traduzione esatta della volontà collettiva, ma una sua
riduzione in termini molto grossolani, e affinché possa esserci reale
rappresentanza si sarebbe dovuta realizzare una crescita morale
dell’intero organismo chiamato nazione, tale da essere capillarmente assimilata e, quindi,
guidata con saggezza dalla classe politica. Ed è sintomatico che ad
aprire Disobbedienza civile sia proprio la norma, peraltro già ben nota
all’antica scuola di pensiero cinese, il taoismo, un tempo vero mentore
d’imperatori illuminati, secondo cui meno il governante forza e obbliga coloro
sui quali esercita il suo potere, più efficace sarà la sua azione.
Tutto
nacque dal fatto che nell’istituto in cui decise di insegnare si faceva
ricorso, in modo piuttosto disinibito, alla punizione corporale degli studenti.
In seguito alle sue proteste, che non vennero accolte, si trovò costretto a
lasciare l’incarico. Aprì così col fratello un’altra scuola in cui non
venivano inflitte punizioni e si faceva lezione all’aperto, camminando. Un
Peripato all’americana fuori dagli angusti confini della città. Quando il
fratello, suo principale sostegno e fonte d’ispirazione, morì prematuramente,
Thoreau prese ad annotare su un diario i pensieri che gli aveva affidato
durante gli anni trascorsi insieme e, con l’aiuto dell’amico dei tempi
universitari, Ralph Waldo Emerson, continuò a divulgare le esperienze che
avevano condiviso nell’insegnamento e nella vita di tutti i giorni. Più tardi
Emerson, fondatore della rivista culturale “The Atlantic Montly”, gli avrebbe
dato spazio come redattore, ed è proprio sulle pagine di questo giornale che
vennero pubblicati alcuni dei suoi articoli più celebri. Uno su tutti
“Walking”, celebrazione del camminare come principio di libertà, dimensione del
pensiero in grado di innescare un cortocircuito mentale, primo vero passo in
direzione d’un cambiamento. Il 4 luglio 1845, simbolicamente il giorno
dell’indipendenza americana, decise di dare inizio al suo ritiro spirituale
sulle sponde del lago Walden, in prossimità di Concord, sua città natale, con la
voglia di dimostrare che è possibile sopravvivere con poco, rinunciando a buona
parte del superfluo che ci viene spacciato per necessario, e che se ne guadagna
in profondità di pensiero. Per poter riconoscere la bellezza di quello che
abbiamo intorno, per fermare lo sguardo e il sentire sui mutamenti della natura
e sui piccoli accidenti che sanno ben colmare il calice della quotidianità,
bisogna avere il coraggio di liberarsi da quanto ci distoglie, rendendoci ferocemente insensati. Da qui scaturiscono le pagine di Disobbedienza civile e
quelle altrettanto martellanti di La schiavitù nel Massachusetts.
L’indignazione
è un fiume in piena che non vuol travolgere ma richiamare gli uomini alle
proprie responsabilità di cittadini. Se anche un solo uomo è schiavo, sarà l’intera
società ad essere condannata al servaggio e all’onta che ne deriva. Perché un
paese è un corpo complesso fatto di tante membra e ai cittadini spetta il compito di
mediare e incrementare le funzioni di ogni singola parte. Solo la volontà degli
esseri umani, una volontà non passiva ma lucidamente indirizzata a far meglio e
alla più ampia diffusione di questo meglio, permette di avanzare sul
cammino della liberazione.
«Un
buon governo aggiunge valore alla vita; un cattivo governo lo toglie. Possiamo
permetterci che una ferrovia, così come una qualsiasi altra merce, perda un po’
del suo valore, si tratterebbe soltanto di vivere in modo più semplice e
parsimonioso. Ma supponete che a perdere valore sia la vita stessa». Opera che
educa, dunque, al valore della vita e a concepire in noi il bisogno di
percorrerla in tutte le sue potenzialità.
(Di Claudia Ciardi)
Edizione consultata:
Henry D. Thoreau, Disobbedienza civile e La schiavitù nel Massachusetts,
Henry D. Thoreau, Disobbedienza civile e La schiavitù nel Massachusetts,
Einaudi, 2018.
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