Nato
nel 1865 in Vestfalia, Otto Modersohn ha scritto diverse pagine degne di nota
nella storia della pittura tedesca, anche in virtù dell’intenso sodalizio con
la seconda moglie, Paula Modersohn-Becker, già musa di Rainer Maria Rilke, forse
la più importante per il poeta insieme a Lou Andreas Salomé. A testimonianza dell’incontro
e del fertile scambio di energie creative tra Otto Modersohn e Paula ci sono
il loro carteggio e le limpide pagine del diario scritto da lei.
Nel
1884 Otto si trasferisce con la sua famiglia d’origine da Soest a Münster. Durante il periodo
trascorso alla scuola secondaria sviluppa un crescente interesse per l’arte.
Dopo essersi diplomato decide perciò di iscriversi all’Accademia
di Düsseldorf, ma presto scopre di essere in disaccordo con i metodi d’insegnamento
qui praticati. Si sposta quindi a Monaco di Baviera per un breve soggiorno, sperando
poi di trovare un contesto favorevole a sviluppare la propria creatività presso
l’accademia di Karlsruhe, ma ancora una volta resta deluso.
Un
viaggio attraverso la Germania settentrionale con Mackensen nel 1888 ispira a
Otto Modersohn una serie di piccoli ritratti di paesaggio. Queste opere costituiscono un
primo momento saliente nei suoi inizi. Un ulteriore viaggio dei due a Worpswede
nel 1889 porta alla decisione congiunta di trasferirsi definitivamente lì,
fondandovi una colonia di artisti, sul modello della scuola francese di Barbizon e Pont-Aven.
Dopo aver inizialmente condiviso le stesse idee, Otto Modersohn inizia
gradualmente ad allontanarsi dai suoi amici, scrivendo: «La tranquillità
silenziosa è il mio vero obiettivo […], preferisco dire molto dicendo poco
[...]».
Nel
1895 alcuni lavori di Otto entrano nella mostra collettiva della sua colonia
presso la “Kunsthalle” di Brema. Le reazioni a questo evento rispecchiano umori
diversi, ma la successiva presentazione alla “Internationale
Glaspalastausstellung” di Monaco ha una particolare risonanza.
Nel
1897 la giovane pittrice Paula Becker visita Worpswede per la prima volta, conoscendo Otto
Modersohn. I due decidono di sposarsi nel 1901. Nel frattempo in Otto si rafforza il pensiero di
lasciare la colonia. Il tempo che segue è occupato da numerosi viaggi con la moglie
e vari soggiorni in diverse zone della Germania e della Francia. Il rapporto
tra i due s’incrina agli inizi del 1906, e nella primavera dell’anno successivo
Modersohn si risolve a tornare stabilmente a Worpswede. Nel frattempo insiste per
una riconciliazione; la pittrice continua così a incontrarlo, decidendo
infine di rientrare in famiglia, forse a causa dell’inizio di una gravidanza. L’attesa però ha un decorso difficile, che quasi impedisce
a Paula di dipingere. Subito dopo la nascita della figlia Mathilde, nel 1907,
l’artista muore di embolia post parto, lasciando dietro di sé circa 1700 opere, tra
disegni e tele; pochissime avevano trovato un compratore mentre lei era ancora
in vita.
Otto
Modersohn si trasferisce a Fischerhude nel 1908, anno che segna per lui l’inizio
di “una nuova era”. In questo ambiente rurale, Modersohn si dedica ancora all’amato
studio della natura e, dopo un nuovo soggiorno a Worpswede e Berlino, vi
ritorna in via definitiva nel 1917, aprendo sempre più il suo realismo d’intonazione
malinconica agli influssi Jugendstil. «Semplificazione, sintesi nella forma e
nel colore è uno degli obiettivi principali in pittura», dice a proposito del
suo lavoro durante gli anni Venti. Si sposa per la terza volta e dal nuovo
matrimonio nascono altri due figli. Quindi Modersohn trova ulteriore ispirazione
in Olanda e nel sud della Germania, in Allgäu, tra Svevia e Tirolo, dove compra una
casa nel 1930. Nel 1936, pur divenuto cieco da un occhio, si sforza ancora di dipingere nel
suo studio in Fischerhude. Muore nel 1943 dopo una breve malattia.
(Di Claudia Ciardi)
Paula Modersohn-Becker nel giardino di notte, 1902
Le nuvole, 1890
Montagne di nuvole, 1892
Passeggiata verso la chiesa, 1888
I prati ad Hamme
L'Allgäu in primavera
Paula Modersohn-Becker, Otto Modersohn mentre sta dormendo
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