La
sassifraga cresce lungo i fossi ed è ricoperta da peli vischiosi. Vi sono specie
che vengono adoperate come erbe medicinali, è il caso della Saxifraga
tridactylites L., pianta annuale con fiori bianchi che si sviluppa sui
vecchi muri e nei terreni sabbiosi, o della Bergenia cordifolia Haworth, detta
sassifraga siberiana, reperibile allo stato spontaneo sulle nostre Alpi e
coltivata come pianta ornamentale per i giardini. Quest’ultima è una piccola
pianta perenne, con fiori rosa; l’infuso preparato con le grandi foglie è
antidiarroico e viene chiamato tè dei Mongoli. Sostituisce l’edera nelle medicazioni
antisettiche.
La
Sassifraga dell’Argentera è stata recentemente nominata pianta simbolo del Piemonte.
Un tempo vi era l’usanza di offrirla in omaggio alle regine di casa Savoia. Cresce
su pareti rocciose verticali inaccessibili ed è oggi una specie a rischio
estinzione – protetta dalla legge regionale n. 32 del 1982. Oltre alla sua bellezza
quasi geometrica, le caratteristiche della pianta sembrano rispecchiare la
tenacia e la risolutezza delle genti piemontesi.
Così
ce la descrive il professor Lorenzo Peruzzi dell’Orto botanico di Pisa,
ideatore insieme a Fabio Garbari, presidente della SBI (Società botanica
italiana), del concorso che ha eletto venti piante simbolo per ciascuna delle
nostre regioni. L’iniziativa ha inteso sensibilizzare partecipanti e
appassionati sulla necessità di conoscere e valorizzare l’immenso patrimonio
della flora spontanea italiana, considerando che in Italia si contano 8195
specie e sottospecie native. Salvaguardare la biodiversità vegetale è una della
tante battaglie necessarie se vogliamo preservare l’ambiente.
Etimologia: Dal lat. saxifrăga
(herba), dall’agg. saxifrăgus ‘che rompe i sassi’, comp. di saxum ‘sasso’ e
del tema di frangĕre ‘rompere’, in quanto si attribuiva a questa pianta la
proprietà di frantumare i calcoli renali •sec. XIV
Nomi
comuni della Sassifraga: Sassifraga bianca, Sassifragia, Spezzapètri
Nome
scientifico: Saxifraga granulata L.
Botanici
che l’hanno classificata e studiata: Linneo e Adrian Hardy Haworth
Parti
utilizzate della Sassifraga: radice, fiori, foglie fresche
Elementi
estratti dalla pianta: vitamina C
Altre
piante nella famiglia delle Sassifragacee: Ribes rosso, Uva spina
A
proposito di erbe e oli essenziali. In Italia si realizzano diversi prodotti di
alta qualità. Segnalo due oli balsamici senza oli minerali né coloranti. Quello
di Bottega Verde, a maggiore densità, realizzato dalla distillazione di 99 erbe
alpine, e l’altro di Naturetica, con 31 essenze. Non sanificano – termine che
in queste settimane abbiamo purtroppo imparato a frequentare (vaporizzare
essenze non equivale a una sanificazione) – ma igienizzano e migliorano in modo
naturale la qualità dell’aria nell’ambiente in cui soggiorniamo. Sono ottimi
per dare immediato sollievo alle vie respiratorie e per trattamenti
tonificanti, ad esempio se aggiunti all’acqua calda del bagno.
Con
le parole di Mario Rigoni Stern, dalla raccolta Amore di confine,
quarantaquattro racconti. Nel racconto Il vino della vita narra di un
libraio trentino dal quale comprò diverse edizioni tascabili che portò
con sé nello zaino durante la spedizione in Russia. In questo passo vi è
l’omaggio a Cima Portule, una delle montagne preferite dallo scrittore.
Citato
in Sergio Frigo, I luoghi di Mario Rigoni Stern, Mazzanti Libri, 2015,
pp. 75-76
* Di Claudia Ciardi per la rubrica «Arboreto salvatico»
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